A cena al Central Perk di Friends!

A cena al Central Perk di Friends!

Chi non conosce la serie televisiva Friends deve rimediare subito! Non è cosciente di cosa si sia perso! Tuttavia non descriverò qui quale meraviglia sia stata, mi dilungherei troppo, questo articolo è certamente per i tantissimi che la conoscono già bene e l’amano come me, ma certamente è anche un buon punto di partenza per chiunque voglia incuriosirsene e conoscerla a cominciare da adesso. Inoltre, come mi ripropongo di fare in ognuno di questi articoli, vi offro qui anche un luogo alternativo da visitare a New York, poco frequentato, inglobato nel meraviglioso West Village, uno dei quartieri più incantevoli della Grande Mela ma sicuramente popolare.

Eccoci amici, siamo all’angolo tra Bedford Street e Groove Street (vi fornisco una mappa in fondo alla pagina) l’edificio è proprio quello della serie televisiva FRIENDS di cui negli episodi si vede la facciata esterna (le riprese all’interno non sono state fatte qui) e sotto, quel locale di colore rosso, è il Central Perk.

Ora, il Central Perk non esiste, è un bellissimo bar (in realtà qui i bar si chiamano Coffee) frutto di una meravigliosa e accogliente invenzione, ciò che realmente c’è, all’interno, è un graziosissimo ristorante, il Little Owl, dove ho avuto l’occasione di passare un paio d’ore per una piacevole cenetta.

Sono passata da questo angolo più volte, di rado potete trovare dei giovani o non tanto giovani, vista l’età della serie, intenti a fare fotografie o a commuoversi; non esagero, ho visto un ragazza commossa. Ma sono pochi, non troverete folla, in molti sono ignari del valore di quell’edificio tant’è che, quando io mi sono fermata la prima volta per scattare delle foto, un gruppo di persone che usciva dal Central Perk (il Little Owl) mi ha chiesto come mai durante la loro cena tanta gente si fosse fermata a fare fotografie e a fissare l’edificio! Non ne sapevano davvero nulla e io, da italiana esploratrice di New York , ho spiegato a un gruppo di americani perché quel luogo fosse così popolare. Situazione buffa ma simpatica, non credete?

Vi fornisco anche alcune immagini dei dintorni per meglio farvi capire la situazione, per qualche ragione non sembra nemmeno di stare a New York, niente caos, niente grattacieli e c’è una bellissima casa in legno da ammirare durante la cena. E’ di colore bianco con le finestre marroni.

Seppure le scene all’interno del Central Perk non siano state girate qui, l’emozione è la stessa, perché gli interni e la vetrata lo ricordano in qualche modo e anche voi come me, non potrete fare a meno di cantare nella vostra testa, o anche a voce non troppo alta come ad un certo punto io mi sono ritrovata a fare senza accorgermene “Gatto rognoso”!

Tra l’altro, la posizione del mio tavolo era idealmente nell’esatto punto in cui la grandiosa Poebhe si esibiva.

In The Little Owl si mangia benissimo, cucina raffinata, mediterranea e una simpatica coincidenza, lo chef si chiama Joey!

Non rimarrete mai con il vostro bicchiere d’acqua vuoto o senza ghiaccio, lo rabboccano continuamente, io ho scelto un buon vino bianco toscano, un antipasto e un primo e le porzioni sono abbondanti, non sentirete il bisogno di ordinare nulla di più. Se per caso sul vostro tavolo si formeranno delle briciole, verranno a toglierle con un panno perché possiate continuare la vostra cena nel totale comfort. L’ambiente è elegante non c’è dubbio, ma molto rilassato, facilmente ci si può trovare a chiacchierare con chi è al tavolo vicino o con i camerieri molto gentili.

Qui a New York, i camerieri li chiamerete per nome, di solito quando si è pronti per ordinare si chiede il nome del cameriere e si chiacchiera anche un po’ piacevolmente. Le luci sono soffuse, ogni tavolo ha una o più candele. Il legno è predominante, dalle vetrate al pavimento fino al soffitto. La scelta dei vini vasta.

Vi mostro anche un breve video per farvi vedere gli interni; mi dispiace per la qualità della ripresa ma ho fatto tutto molto in fretta per non disturbare nessuno.


Se pensate che cenare qui sia un’ottima idea durante un viaggio a New York, se pensate che vi emozionereste, sono con voi! E vi dico sì, è proprio così, è una buona idea e vi emozionereste!

Non preoccupatevi esageratamente per il prezzo: è nella media di New York, vi lascio però qualche prezioso consiglio: l’acqua è gratis, non rimarrete a secco, per cui se volete risparmiare non comprate una bottiglia di vino, chiedete dei calici! Anche i piatti più economici nel menù sono ricercati e saporiti per cui evitate di strafare; le porzioni sono abbondanti per cui non ordinate più di un antipasto e un piatto principale, il pane è gratis e abbondante. L’euro è forte sul dollaro ultimamente per cui, tra le altre cose, il conto in dollari equivale ad una cifra inferiore in euro, tirate un respiro di sollievo. Complessivamente, se seguirete tutti questi consigli, avrete speso meno di 50 dollari a testa, magari intorno ai 45 e, se fatto una volta sola, se fatto a New York e per un occasione speciale può andar più che bene.

Ho faticato ad alzarmi per andare via, si stava così bene… e poi, quando si esce sulla strada ci si ritrova immersi nella surreale atmosfera di alcune vie del West Village che ti catapultano in un sogno un po rétro.

Spero di avervi trasmesso tutta l’emozione provata e anche un po’ di malinconia, perché FRIENDS è un capolavoro e tutti i capolavori meritano un commosso respiro.

Alla prossima, my friends!

Casa Friends: 90 Bedford St. New York, NY 10014

 

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The Record Plant – Attraverso le porte della storia della musica

The Record Plant – Attraverso le porte della storia della musica

“Primo viaggio a New York, pochissimi soldi e un sogno da realizzare. Con i miei risparmi prenotai un viaggio di solo una manciata di giorni cercando di alloggiare a Manhattan ma in una strada decisamente a buon prezzo in quel periodo: l’8th Ave. Recuperai una stanza con un letto, un comodino, fine. Anzi no, anche una moquette vecchiotta e annerita e un sistema di riscaldamento reduce dagli anni ’70 che sbuffava aria calda e polvere. E via con l’allergia…Avevo però due piccole finestre, proprio vicino al mio letto e queste, anche se mi facevano gelare durante le notti di quel nevoso autunno, si affacciavano direttamente su qualcosa che io davvero non mi aspettavo, un vero colpo di fortuna che per cinque giorni mi ha resa la persona più felice di tutta New York: ogni mattina mi svegliavo davanti agli studi di registrazione Record Plant! La prima cosa che vedevo appena aprivo gli occhi, l’ultima prima di addormentarmi. Qui di seguito, la vista sull’edificio, sulla parete potete vedere il murale dedicato ad esso e alla città che ho guardato ogni giorno. “Imagine nothing wild” circola voce sia un omaggio a John Lennon che è passato da quei corridoi e ha cantato in quei microfoni, ma non ne possiedo la certezza.”

D’importanza enorme nell’universo musicale, gli studi aprirono i battenti a New York nel 1968 ospitando subito una leggenda assoluta: Jimi Hendrix per le registrazioni di Electric Ladyland, terzo e ultimo lavoro discografico di The Jimi Hendrix Experience. Come già anticipato, Jonh Lennon e Yoko Ono sono stati qui per le registrazioni di Imagine, come anche gli Eagles per Hotel California e Stevie Wonder per Innervision. Da quelle sale sono venute fuori tante delle note magiche che tutti noi abbiamo ascoltato fino all’usura dei nastri delle musicassette, per poi passare ai dischi e ai cd e in qualunque maniera di certo continueremo ad ascoltarle, perché riescono a produrre nel nostro cervello quella chimica che ci fa stare bene, piangere, esultare, ricordare, sognare, e a volte ci salva la vita. 

A dieci anni dall’apertura, un incendio distrusse lo studio C ma le attività proseguirono. Nel 1983 anche Cindy Lauper affidò la sua voce ai microfoni di Record Plant per dare vita al suo album d’esordio: She’s So Unusual, che contiene uno dei più ascoltati e amati singoli di quel folle quanto inimitabile decennio, la famosissima Time After Time. Nel 1987 la proprietà degli studi passò al “quinto Beatle” il produttore George Martin, ma non troppo tempo dopo la lunga e gloriosa era newyorkese si concluse. 

Oggi mi sono infilata in quel palazzo, non so davvero se a chiunque sia concesso di visitarlo, so solo che ho chiesto a un ragazzo in strada se conoscesse gli storici studi e lui mi ha detto che lavorava in quell’edificio, così mi ha fatta entrare e presentata al receptionist spiegandogli perché ero lì, il quale dopo un po’ di domande su cosa volessi esattamente, chi fossi, di che nazionalità e dopo essersi preso il mio documento mi ha detto ok puoi passare, dandomi l’accesso all’edificio, svelandomi che oggi gli studi sono della Sony e indicandomi, con estrema gentilezza, quale fosse il piano e il numero della suite. 

E’ indescrivibile l’emozione provata oltrepassando quelle porte, aspettando in quegli ascensori, suonando al campanello della Sony che ha aperto in un attimo e mi ha accolta con un “Hi, how are you!”. La prima domanda che ho fatto: “Sono queste le stesse sale degli storici studi?” – “Sì, sono queste”. Quello che vi mostro è tutto ciò che mi è stato permesso di fotografare, gli studi non erano disponibili in quel momento e ancora una volta, non sono certa nemmeno che si possano visitare realmente ma non mi hanno detto nemmeno di no, l’impressione è che ci stessero pensando, gli ho detto che tornerò sperando in un momento migliore, e loro mi hanno detto “ok”. E’ successo tutto in un attimo, una serie di persone giuste al momento giusto e di porte che si sono aperte. Penso che tornerò, per cercare di aprire l’ennesima porta. O anche solo per sapere di averci provato, sapete com’è la storia: Alice deve solo essere della misura giusta per passarci attraverso.

The Record Plant (oggi The Plant – Sony) 321 W 44th Street

 

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