The Record Plant – Attraverso le porte della storia della musica

The Record Plant – Attraverso le porte della storia della musica

“Primo viaggio a New York, pochissimi soldi e un sogno da realizzare. Con i miei risparmi prenotai un viaggio di solo una manciata di giorni cercando di alloggiare a Manhattan ma in una strada decisamente a buon prezzo in quel periodo: l’8th Ave. Recuperai una stanza con un letto, un comodino, fine. Anzi no, anche una moquette vecchiotta e annerita e un sistema di riscaldamento reduce dagli anni ’70 che sbuffava aria calda e polvere. E via con l’allergia…Avevo però due piccole finestre, proprio vicino al mio letto e queste, anche se mi facevano gelare durante le notti di quel nevoso autunno, si affacciavano direttamente su qualcosa che io davvero non mi aspettavo, un vero colpo di fortuna che per cinque giorni mi ha resa la persona più felice di tutta New York: ogni mattina mi svegliavo davanti agli studi di registrazione Record Plant! La prima cosa che vedevo appena aprivo gli occhi, l’ultima prima di addormentarmi. Qui di seguito, la vista sull’edificio, sulla parete potete vedere il murale dedicato ad esso e alla città che ho guardato ogni giorno. “Imagine nothing wild” circola voce sia un omaggio a John Lennon che è passato da quei corridoi e ha cantato in quei microfoni, ma non ne possiedo la certezza.”

D’importanza enorme nell’universo musicale, gli studi aprirono i battenti a New York nel 1968 ospitando subito una leggenda assoluta: Jimi Hendrix per le registrazioni di Electric Ladyland, terzo e ultimo lavoro discografico di The Jimi Hendrix Experience. Come già anticipato, Jonh Lennon e Yoko Ono sono stati qui per le registrazioni di Imagine, come anche gli Eagles per Hotel California e Stevie Wonder per Innervision. Da quelle sale sono venute fuori tante delle note magiche che tutti noi abbiamo ascoltato fino all’usura dei nastri delle musicassette, per poi passare ai dischi e ai cd e in qualunque maniera di certo continueremo ad ascoltarle, perché riescono a produrre nel nostro cervello quella chimica che ci fa stare bene, piangere, esultare, ricordare, sognare, e a volte ci salva la vita. 

A dieci anni dall’apertura, un incendio distrusse lo studio C ma le attività proseguirono. Nel 1983 anche Cindy Lauper affidò la sua voce ai microfoni di Record Plant per dare vita al suo album d’esordio: She’s So Unusual, che contiene uno dei più ascoltati e amati singoli di quel folle quanto inimitabile decennio, la famosissima Time After Time. Nel 1987 la proprietà degli studi passò al “quinto Beatle” il produttore George Martin, ma non troppo tempo dopo la lunga e gloriosa era newyorkese si concluse. 

Oggi mi sono infilata in quel palazzo, non so davvero se a chiunque sia concesso di visitarlo, so solo che ho chiesto a un ragazzo in strada se conoscesse gli storici studi e lui mi ha detto che lavorava in quell’edificio, così mi ha fatta entrare e presentata al receptionist spiegandogli perché ero lì, il quale dopo un po’ di domande su cosa volessi esattamente, chi fossi, di che nazionalità e dopo essersi preso il mio documento mi ha detto ok puoi passare, dandomi l’accesso all’edificio, svelandomi che oggi gli studi sono della Sony e indicandomi, con estrema gentilezza, quale fosse il piano e il numero della suite. 

E’ indescrivibile l’emozione provata oltrepassando quelle porte, aspettando in quegli ascensori, suonando al campanello della Sony che ha aperto in un attimo e mi ha accolta con un “Hi, how are you!”. La prima domanda che ho fatto: “Sono queste le stesse sale degli storici studi?” – “Sì, sono queste”. Quello che vi mostro è tutto ciò che mi è stato permesso di fotografare, gli studi non erano disponibili in quel momento e ancora una volta, non sono certa nemmeno che si possano visitare realmente ma non mi hanno detto nemmeno di no, l’impressione è che ci stessero pensando, gli ho detto che tornerò sperando in un momento migliore, e loro mi hanno detto “ok”. E’ successo tutto in un attimo, una serie di persone giuste al momento giusto e di porte che si sono aperte. Penso che tornerò, per cercare di aprire l’ennesima porta. O anche solo per sapere di averci provato, sapete com’è la storia: Alice deve solo essere della misura giusta per passarci attraverso.

The Record Plant (oggi The Plant – Sony) 321 W 44th Street

 

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